Water for Rojava

di Christian Elia

Un gruppo di donne, in rappresentanza delle municipalità autonome del nord-est della Siria, ha partecipato a Barcellona a metà ottobre dello scorso anno a un ciclo di formazione e scambio culturale sul tema della gestione sostenibile dei rifiuti e della tutela dell’ambiente.

Erano giorni molto complessi per la popolazione curda in Siria: qualche giorno prima, l’esercito di Ankara aveva lanciato un attacco militare nella regione siriana di Serekaniye, a maggioranza curda.

Il 9 ottobre era stato colpito l’acquedotto di Allouk (Serekaniye), che ha lasciato senza acqua circa mezzo milione di persone in tutta la regione del governorato di Hasakeh, incluso gli sfollati dei vari campi profughi esistenti. L’acqua come arma di guerra, purtroppo, non è una novità.

Una grave emergenza idrica colpì il Rojava. L’ONG italiana Un Ponte per, che da anni sostiene il lavoro delle comunità locali nel territorio e si batte in generale per difendere il diritto all’acqua e la protezione delle risorse idriche in tutta la Mesopotamia, sostenne la necessità di una campagna sul tema dell’accesso all’acqua per il Rojava.

Oggi quella campagna è realtà, mentre proseguono gli attacchi militari delle forze armate della Turchia e spesso la carenza o l’assenza d’acqua affligge la popolazione locale.

È partita una raccolta fondi finalizzata a sostenere progetti di cooperative di donne e delle municipalità autonome del nord-est della Siria, in risposta all’emergenza legata al conflitto armato, per contribuire alla riparazione di infrastrutture idriche alternative a quelle danneggiate dalle operazioni militari, oltre alla costruzione di pompe idriche d’emergenza per campi di sfollati e – in una prospettiva di lungo periodo – alla creazione di nuovi pozzi e sistemi di irrigazione per le cooperative agricole di donne e la protezione dei fiumi, come il Jak Jak che attraversa la città di Qamishli.

La campagna, sostenuta anche dalla Solidarity Economics Association (SEA), coinvolge altre realtà, sia in Europa sia in Mesopotamia. Oltre a Un Ponte Per, partecipano la Mezzaluna Rossa Curda (UK), Roots for Change, i membri della campagna Save the Tigris, le cooperative di donne del Rojava (Aboriya Jin) e le municipalità autonome del nord-est della Siria.

“L’acqua non è un’arma, l’acqua è vita”, sostengono gli attivisti che, il 16 e 17 maggio scorso, hanno dato vita al secondo Mesopotamian Water Forum al quale – anche quest’anno – ha partecipato WaterGrabbing Observatory.

Clicca qui per la raccolta fondi per sostenere la campagna.